Prioris : 4 Missae, un Requiem (il secondo della storia della musica, forse composto per la morte di Anne de Bretagne), 14 mottetti, 8 Magnificat, una ventina di chansons e una personalità completamente a suo agio con i più diversi stili della scrittura; una grande sensibilità al testo, alle sue sfumature e, soprattutto, maestria nel comunicarne le emozioni.
Per l'Ensemble Daedalus, Prioris rappresenta il piacere di percorrere una strada vergine, confermendo ancora la vocazione del gruppo per i sentieri inesplorate e le piste ancora vergini.
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Sebbene il suo nome appaia in una quarantina di fonti diverse tra atti notarili e libri paga, testamenti e poesie, mottetti, cronache storiche e lettere, non è semplice tracciare un percorso coerente, costruire una “storia” che possa soddisfarci con il materiale oggi a nostra disposizione. Non una sola data, infatti, può essere documentata della vita di questo compositore!
Un Prioris diresse la cappella di Louis XII nel 1503. Scopriamo il suo nome di battesimo, Johannes, dalla copia della Missa de Angelis che figura in un manoscritto oggi conservato alla Bibl. Nat. di Wien in Austria. Il manoscritto fu realizzato da Alamire, il divino, il più eccelso tra i copisti del suo tempo. È di quell’anno una lettera con la quale Jean d’Auton, il regale cronista, informa il suo protettore che alcuni esponenti della corte francese, in viaggio alla volta di Genova, ebbero violenti diverbi con alcuni villains inferociti
Et si grand peur leur firent, entre autres a ung nommé Prioris,
maistre de chapelle, qu’il cuydoit estre mort.
Non si sa se il nostro abbia fatto parte dell'effettivo della cappella di corte nel periodo che vide Ockeghem alla sua direzione; un nesso, pertanto, tra il tesoriere di St-Martin e Prioris esiste.[1]
Agricolla, Verbonnet, Prioris,
Josquin Desprez, Gaspar, Brumel, Compère,
Ne parlez plus de joyeux chantz ne ris,
Mais composez ung Ne recorderis
Pour lamenter nostre maistre et bon père.
Quale sia il significato reale delle parole nostre maistre et bon père. è un mistero che, però, trova una sua spiegazione logica in un secondo testo sempre di Crétin. Si tratta questa volta della Plainte che commemora le trespas de feu maistre Jehan Bracconier, dit Lourdault, chantre.
Nostre bon père et maistre Prioris
Prenez l’ardoize et de vostre façon
Composez cy ung Ne recorderis
Un chant qui n’ayt ung seul record de ris
Mais ung remors de lamentable son.
Josquin de Prez, ne faictés plus chançon,
Ains batissez la piteuse complainte
De ceste mort en maintz lieux beaucoup plainte.
Vous, Longueval et Mouton, pour parfaire,
Je vous requier vacquez à cest affaire.
Ci sembra sensato immaginare che attributi quali nostre maistre et bon père, utilizzati indifferentemente prima per Ockeghem e per Prioris dopo, vadano intesi nel loro significato umanistico di guida/modello o come cliché ricorrenti negli atti della cancelleria di corte, ma certamente non nel loro senso letterale. Nel 1510 il nostro è eletto premier chapelain, incarico questo che un decreto dello stesso Louis XII definisce ambulatoire. A Prioris è adesso affidata la formazione della maîtrise della Saincte Chapelle (magister cantus puerorum). Siamo già alla fine della storia. Di Prioris non sopravvive altro !
Ah no, scusate: ovviamente ci restano le sue musiche, che continuarono ad essere pubblicate, tra il plauso di critici e accademici, fino al 1553.
Anno Domini 1491 : Roma. Una nuova pista in uno scenario completamente diverso.
Nei libri paga di San Pietro in Vaticano ci imbattiamo in un
D. Priori organistae cum famulo suo
che per i suoi servizi riceveva per lui et il suo famulus (il servitore che probabilmente azionava i mantici dell’organo) un compenso pari a due ducati. La D. che precede il cognome del nostro sta per Dominus, appellativo che designava usualmente i rappresentanti degli ordini ecclesiastici. Organista e famulus accompagnavano il coro della cattedrale, un gruppo di voci destinato alle cerimonie private del papa, il cui effettivo era interamente composto da artisti italiani.
Una serie di interrogativi sorgono spontanei:
- Cosa ci faceva un transalpino in un gruppo tutto italiano ?
- Perchè Prioris, organista, non ci ha lasciato un solo pezzo strumentale ?
- Perchè non esiste una seconda fonte che parli delle sue qualità di organista ?
- Johannes Prioris e D. Prioris sono la stessa persona ?
- Se non si tratta della stessa persona, come spiegare che la maggior parte delle composizioni scritte o attribuite a Prioris siano contenute nei manoscritti della Cappella Sistina ?
- Se D. Prioris non è Johannes, allora chi è ?
Ogni ipotesi possibile, ogni risposta immaginabile ci conduce inevitabilmente ad un vertiginoso circolo vizioso di nuovi interrogativi.
E della personalità di Prioris, del suo carattere ?
Pierre Moulu nel mottetto Mater floreat florescat racconta :
Rutilet delphicus de Longeval tumquam sol inter stella
lourdault prioris amenus
E ancora Jean Daniel nella terza stanza di uno dei suoi Noël :
Alexandre tout de het
Sur trois parties fist raige :
Prioris le doucelet
Y monstra bien son ouvraige.
Josquin si est adonné
Qui par sus tous a tonné,
Aussi a fait De La Rue
Tant qu’en a dance ma grue.
Noël !
Amenus, doucelet, timido, trasognato o ancora pauroso - come nel diverbio con i villains : un uomo mite che preferisce l’ombra alla radiosa solarità del successo? un carattere fatto per essere dimenticato? un oblio quello di Prioris che forse corrisponde più ad una vocazione che ad uno scherzo del destino?
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La Missa super Allez Regrets soppravvive conservata unicamente all’interno del Mn 35 della Biblioteca Vaticana. La messa è una parodia della celebre chanson di Heyne van Giezeghem Allez Regrets. Documentata in ben 45 codici compilati tra la fine del XV e l’inizio del XVI sec., la chanson è all'origine di tre diverse messe. La più antica, quella di Prioris, precede le composizioni di Loyset Compère e Josquin Desprez.
Anche il Requiem sopravvive in un' unica fonte: l'Officium defunctorum fu infatti pubblicato postumo da P. Attignant, nel Vigenti missarum musicalium. Quintus liber tres missas continet. Paris, 1532.
Prioris ci ha lasciato 4 Missae, un Requiem (il secondo della storia della musica), 14 mottetti, 8 Magnificat e una ventina di chansons e canzoni. Ne emerge una personalità completamente a suo agio con i più diversi stili della scrittura, una forte sensibilità al testo, alle sue sfumature e, soprattutto, una grande maestria nel comunicarne le emozioni.
Prioris è, in sintesi, un compositore arguto che domina intelligentemente tutta la moltitudine di strumenti ed artifici che gravitano nell’universo del contrappunto della sua epoca.
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Per presentare Prioris, Daedalus ha scelto due messe e due modi diversi di composrre su un cantus firmus : nel Requiem il nostro orna con le sue polifonie la linea del gregoriano; nella Missa Allez Regrets, ne decora una chanson fiamminga.
L' indispensabile sobrietà del Requiem è assicurata dalla sua struttura "monolitica": il registro grave, la scrittura omoritmica e la polifonia a quattro voci sono i tratti predominanti dell'intero officium.
In comune con il Requiem di Ockegem c'è poco : il virga a due voci (bicinium) e la voce del cantus che ricalca gli andamenti del gregoriano (tratto quest'ultimo, che mi sembra caratterizzare la quasi totalità degli uffici dei morti polifonici).
Il trio vocale al quale Ockegem affidò una buona parte della sua composizione, agli occhi di Prioris, più giovane di una generazione, doveva suonare arcaico, esattamente come le quinte e i falsi bordoni con cui il vecchio maestro apriva il suo Requiem. Forse è a Roma - uno degli ambienti più fecondi e attivi del panorama musicale dell'epoca - che Prioris forma il suo gusto più "rinascimentale".
Nella Missa Allez Regrets, Prioris sperimenta uno stile più "dinamico": trii (tricinia) e duetti (bicinia) si intrecciano al quartetto vocale vivacizzando il fluire della composizione. Il quartetto interviene nei momenti più importanti della messa, i più tesi e i più drammatici, sottolineandone l'intensità. Nella Missa, Prioris scioglie i legami con la sua chanson modello e, più libero nella suo impulso creativo, costruisce i suoi contrappunti sulla base di elementi simbolici più complessi. Le voci del superius e del tenor della chanson compaiono nella loro completezza solo nel Kyrie e nell’ Agnus della Missa. Nelle altre sezioni della messa ricorrono segmenti della chanson, disseminati in un contrappunto cosparso di echi, allusioni e citazioni.
Il Kyrie, scandito dal tempus perfectus (ritmo ternario) a immagine della Divina Trinità, prende a prestito due delle voci della chanson : il superius e il tenor.
Il Christe, composto da un bicinia nelle voci acute seguito da un secondo bicinia nelle voci gravi evoca la doppia natura del Cristo: divina nell'acuto e umana nel grave. É interessante precisare che nella Missa ogni volta che il testo fa riferimento al Cristo incarnato, e dunque all'uomo, Prioris utilizza il tempus imperfectus (ritmo binario).
Il Gloria : sul Qui tollis peccata mundi (tempus imperfectus), i movimenti tardi e lenti, come li definirà Zarlino, e la tessitura grave delle voci illustrano il peccato e la bassezza umana. Per Tu solus Dominus, tu solus altissimus Jesu Christe, Prioris ricorre nuovamente alla formula già messa a punto nel Christe: due bicinia, seguiti dalla polifonia a 4 voci per Jesu Criste.
Il Credo : per illustrare Pater omnipotens, Prioris ricorre alle tubae (successioni di terze e di quarte, tipiche delle fanfare militari), artificio destinato a suggerire l'idea della potenza divina. Seguono due bicinia per factorum coeli et terra, il primo nell'acuto, il secondo nel grave. Per ex Patre natum, la polifonia torna a tre voci in una nuova allusione alla Trinità. Le false relazioni che ornano descendit de coelo, le durrezze armoniche della cadenza, evocano molto efficacemente la dolorosa esperienza del Cristo fatto uomo. Segue l'incarnatus a due voci, che ci parla ancora una volta della doppia natura del Cristo. Il crucifixus vede il ritorno dei movimenti tardi e lenti ad immagine del dolore. Una lunga catabasi (katabasis: frase musicale discendente) illustra le parole sub Pontio Pilato, passus et sepultus est. Per l'occasione, inoltre, tutte le voci si muovono per micro-intervalli:
Les demi-tons et les dièses représentent les pleurs et les gémissements, à raison de leur petit intervalle, qui signifie la faiblesse, car les petits intervalles qui se font en montant ou en descendant sont semblables aux enfants, aux vieillards et à ceux qui reviennent d'une longue maladie, qui ne peuvent cheminer à grands pas, et qui font peu de chemin en beaucoup de temps. (Marin Mersenne)
Il Sanctus : la prima sezione del pezzo abbonda di falsi bordoni (successioni di quarte parallele) e hoquetus (interruzioni improvvise della linea melodica), figurae emblematiche della sofferenza e della Passione del Cristo. Per Pleni sunt coeli si ha una subitanea modulazione modale (commixtio modi) da fa a sol. Inoltre, tutte le voci salgono fino all'estremità superiore del tono.
Per l’ Agnus Dei, Prioris ritorna alla chanson di Haynes. Ma, questa volte, il tenor dell'originale è posto al soprano, e il soprano della chanson diventa l'altus della messa. Una lunghissima modulazione discendente illusta le parole qui tollis peccata mundi. La fine della Missa è una ghirlanda di melismi che decorano la parola pacem (amplificatio).
[1]Guillaume Crétin : Déploration sur le trespas de feu Okergan.
JOHANNES PRIORIS
L'aurea aetade della polifonia
Prioris : un nome che sembra farsi accompagnare da uno strascico di interrogativi ai quali probabilmente non potremo mai dare una risposta.
Prioris : la cosa più consistente che ci hai lasciato sono le tue note ... e poi ... luoghi e date che non si riescono a tessere insieme per farne una trama e una collestellazioni di notizie completamente insufficienti per raccontare una "storia".
Musico papale o cortigiano francese di Luigi XII ? italiano, francese o fiammingo ? imparasti la tua arte tra le navate di una cattedrale gotica o negli splendori rinascimentali romani ?
Prioris : ciò che fosti non potranno raccontarcelo lo storico o il musicologo
Prioris : un nome che ricorre in un quarantina di documenti diversi, poesie e libri contabili, in un testamento e in un diario di viaggio.