The Silver Swan è certamente un percorso nella musica elisabettiana del XVI secolo, un percorso che parla l’inglese della lyra viol e di quella malinconia che pare turbare le anime degli artisti britannici del periodo, ma è soprattutto un omaggio al teatro del divino Shakespeare e un monologo sull’amore, il sentimento che ha ispirato le pagine più dense della nostra musica e della nostra letteratura.
Canta prima l’uomo che scopre l’amore, il piacere della seduzione, l’estasi dell’istante, la leggerezza dell’emozione. Il nostro eroe si rende poi conto che l’amore è un sentimento complesso che rima a volte con la sofferenza. Segue la fase del disincanto, tappa necessaria per ritrovare la retta via e risorgere verso una “nova vita”, un’esistenza nel segno della saggezza e della virtù.
Si tratta di un percorso ispirato alla tradizione dell’antichità, simile a quello dell’Orlando Furioso o di Dante nella sua “Divina Commedia". The Silver Swan è la storia di un uomo che traversa l’ombra per giungere alla luce. E di luci ed ombre si è occupato Toni Casalonga, direttore di Festivoce (il festival corso di Pigna) e scenografo. Luci ed ombre per accompagnare il pubblico verso la favola e il sogno.
Luci ed ombre per evocare ardore e fragilità, gioia e dolore, consonanze e dissonanze, acuto e grave.
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Tecnicamente, realizzare the Silver Swan non comporta difficoltà: sette riflettori e un lungo telo di tulle sono i soli oggetti che abitano la scena.
THE SILVER SWAN.
LA REGINA, IL CIGNO E IL MALCONTENTO
(concerto scenico)